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Morra con amore

Redazione

lbaldini


sabato 23 aprile – E – L’anello del Monte Morra


Morra con amore: escursione Arcoiris al Morra del 23 aprile 2022


Le pareti del Morra sono state per decenni “La palestra di roccia” degli alpinisti romani. Specifico “la” perché era l’unica e “palestra di roccia” perché allora si chiamava così. La prima via di arrampicata (lungo un camino) è stata aperta nel 1919 da Enrico Jannetta (lo stesso che ha “scoperto” il Paretone del Gran Sasso) e per decenni questo posto è stato frequentato dagli alpinisti romani e dalla scuola di alpinismo del CAI Roma per i corsi di roccia (oggi arrampicata). Poi negli anni ’80 si è differenziato l’alpinismo in montagna dall’arrampicata sportiva e sono state scoperte molte altre pareti (falesie) dove arrampicare, tra cui la mitica Sperlonga (dove mio padre ha aperto la prima via sul monte Moneta).

Perché vi racconto tutto questo? Per capire l’importanza storica del luogo e raccontarvi l’importanza emotiva per me che vi ho passato l’infanzia: figlia di alpinisti, passavamo qui le domeniche quando non andavamo al Gran Sasso. Si arrivava al Morra con pullman o auto fino a Marcellina, poi su per sentiero fino al “Conventillo” (un eremo). Io rimanevo a gattonare e poi giocare nei prati con mio fratello, mentre i miei arrampicavano con i loro amici sulle pareti di roccia. C’era un clima familiare e goliardico, anche nel nome delle vie: Silvio, Marco, Dado, bambi, boscaiolo… mentre in montagna il nome delle vie all’epoca veniva dato dal cognome dei primi salitori: Morandi, Consiglio, Jannetta, Jovine, Cravino… Al ritorno ci fermavamo a mangiare la pasta fatta a mano dalle sorelle della trattoria all’entrata di Marcellina, il tutto accompagnato dal vino e dai canti: erano gli anni post ’68, i canti di montagna (quel mazzolin di fiori, là nella valle, la Valsugana…) si mischiavano con quelli popolari (il fazzolettino, la domenica alla messa, all’orte…) e politici (bella ciao, Contessa, addio Lugano bella…). Se il CAI Roma era un ambiente di media alta borghesia, la SUCAI (Sottosezione Universitaria del Club Alpino Italiano) e la sua Scuola di Alpinismo era formata da studenti universitari, giovani lavoratori intellettuali di sinistra, compagni del PCI, sindacalisti della CGIL, giornalisti del Manifesto, insomma un ambiente politico di sinistra, dove alla formazione alpinistica si accompagnava quella politica. Negli anni ’70-80 ci fu il rifiuto dell’alpinismo eroico della lotta con l’alpe e si passò all’arrampicata sportiva, l’abbandono dei pesanti scarponi per passare alle scarpette da arrampicata, le vie di arrampicata hanno cominciato ad avere nomi bizzarri come Nirvana, Hellzapoppin, ed in alcuni casi politici come lotta di classe, armata rossa… 

Insomma, ci sono stata da bambina, ci sono tornata da adulta per arrampicare, ci sono passata vicino più volte camminando da Prato Favale o dalla montagna spaccata sopra San Polo dei Cavalieri per il Pratone ed il monte Gennaro, ma avevo voglia di andare una volta sulla cima del monte Morra. Quando ho visto sul programma di Arcoiris del 2022 l’escursione al Morra mi sono detta: finalmente è arrivata l’occasione! 

Giuseppe era la guida ufficiale, Patrizia da brava aiuto guida chiudeva il gruppo, io nominata da Peppe guida onoraria, Emma che camminava leggiadra, Laura addetta alle foto, Silvia con la flemma di una signora, Piero sempre avanti: un bel gruppetto. Abbiamo cominciato camminando e parlando nel primo tratto ben segnato e poco faticoso (mi mancavano le chiacchierate camminando tipiche di Arcoiris, ricordo bene le discussioni e riflessioni politico-sociali con Luciano e Gualtiero!), poi in salita ci siamo dovuti concentrare per trovare il sentiero, ma siamo stati ricompensati da una bella sosta panoramica e rifocillante in cima. A quel punto la discesa ed il resto del giro ad anello è stato un gioco da ragazzi, con la collaborazione di tutti, ho pure trovato qualche cane ed altri animali con cui socializzare (una mia caratteristica per la quale Giuseppe mi prende in giro). Il controllore tecnologico sul cellulare mi dice che abbiamo fatto circa 7 km e 400 metri di dislivello, in 4 ore di camminata. Visto che era presto e con Gastroiris è importante anche l’aspetto sociale e godereccio ne abbiamo approfittato per una bella merenda ad un bar di San Polo.

Ci vediamo alla prossima escursione! Io organizzerò una camminata sui Simbruini ad ottobre e spero che potremo ammirare in tutta la sua bellezza il foliage del bosco di faggi.

Livia S.

1 Comments

  1. Bello il tuo resoconto Livia..e ben scritto…bella la descrizione della tua infanzia al morra.
    Passeggiare con te e rassicurante.
    Alla prossima

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