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Ad un anno dall’invasione

Redazione

lbaldini


Qui di seguito un nuovo aggiornamento di Giuseppe e Patrizia sulla situazione di Irina, la nostra ragazza ucraina.


L’immagine, la stessa di quella della copertina, è un disegno di S. Garzillo e ritrae un albero collocato davanti alla chiesa di Sant’Andrea a Bucha nei pressi di un’enorme fossa comune (Il Venerdì di Repubblica del 24 febbraio 2023)

Buonasera a tutte e tutti. Vi scriviamo ancora a un anno dall’invasione dell’Ucraina.
Edgar Morin, il filosofo francese, racconta del suo viaggio a Sarajevo durante l’assedio. Un abitante gli indicò un cecchino serbo: era il suo migliore amico prima, e ora gli sparava addosso.
Alcuni giorni fa abbiamo incontrato una nostra giovane amica con i suoi due bambini; il marito è ebreo e loro hanno una fisionomia molto mediorientale. Avremmo detto: due bellissimi bambini palestinesi!
Ma non si può dire.
Ci siamo trovati l’altra sera in compagnia di Irina, una pizza e qualche partita a carte. Insieme rappresentavamo l’intera Europa: lei di lingua slava, Patrizia di lingua germanica, io di lingua latina.
Perché vi racconto queste cose? Perché è passato un anno dall’invasione dell’Ucraina e dieci anni di guerra nelle sue province orientali. Ci troviamo a fare un bilancio, un bilancio che deve tenere conto delle diversità e delle somiglianze.
La nostra ragazza va a scuola e fa progressi: gli insegnanti le riconoscono buoni risultati. Lei è seguita a distanza dalla madre e costantemente dalla nonna, che continua ad assistere mia madre.
Ci vediamo e passiamo del tempo insieme ma ai molti che ci chiedono come sta non sappiamo rispondere. Non sappiamo veramente come sta vivendo questa sua vita di adolescente, divisa a metà tra un paese che la ospita e la sua terra e famiglia lontane.
Ci chiediamo quali prospettive può avere, e quali prospettive si figura nella sua mente? Se la guerra finisse, ritornerebbe subito in Ucraina? Oppure si rende conto che la sua permanenza potrà essere molto lunga? E in questa situazione quale può essere il nostro ruolo?
La domanda si allarga: cosa possiamo offrire ai tanti ragazzi, agli uomini e alle donne che ospitiamo in tanti modi, più o meno ospitali? Una nuova casa, o l’idea di poter/dover tornare un giorno? È concepibile pensare di poter offrire a Irina una strana famiglia alternativa e l’idea che questa sarà il suo futuro?
Queste domande e questi dubbi condividiamo con tutti voi e vi ringraziamo. Alla prossima lettera, e grazie!

Ricordiamo che i versamenti possono essere liberi o periodici, a seconda delle preferenze

Vi mandiamo quindi il prospetto aggiornato con le spese sostenute (€ 5.144,00) e le donazioni ricevute (€ 5.290,00). La nuova bolletta della luce non è ancora arrivata e abbiamo acquistato la stampante a colori messa in programma (la prima stampa che I. ha fatto è stata una foto con noi tre insieme a Natale!).
Giuseppe e Patrizia



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