La cura

La Cura: ve ne raccontiamo quattro/4

Redazione

lbaldini


La pandemia ci ha precipitato nell’incertezza, nello smarrimento. Ci siamo scoperti fragili e insicuri. Abbiamo ancora più bisogno di affermare l’importanza dell’I care di Don Milani. Da questi pensieri nasce l’idea di quattro incontri brevi, quattro domande, con i rappresentati di alcune delle associazioni amiche di Arcoiris. Francesco, Maria Letizia, Massimo e Milena, dedicano tanto della loro vita alla cura degli altri, dell’ambiente in cui vivono, delle relazioni sociali, sono persone speciali, ci piaceva farli conoscere meglio ai nostri lettori.


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Incontro con Francesco Izzo de l’associazione “Isla ng Bata”


Isla ng Bata, cioè L’isola dei Bambini nella lingua tagalog, idioma delle Filippine, nasce nel 2004, grazie a dei giovani impegnati nel volontariato internazionale.
L’obiettivo: costruire un futuro diverso per quei bambini a cui la vita aveva riservato abusi, sfruttamento, abbandoni.
Isla ng Nata ha costruito un Centro Diurno in India, a Gurgaon, e una Casa Famiglia nelle Filippine, a Calabnugan.
Nel Centro Diurno di Gurgaon, zona poverissima vicino a New Dheli, i giovani ospiti frequentano la scuola, hanno assicurato il vitto e possono godere del sostegno di genitori a distanza anche  per coprire le spese scolastiche.
La casa famiglia nelle Filippine oltre ad essere il luogo di accoglienza e crescita di tanti bambini in difficoltà, è anche un punto di riferimento per la comunità locale.
Isla ng Bata sostiene la scuola del villaggio, punta a creare occasioni lavorative per i giovani del luogo e si impegna nel rafforzare l’associazionismo locale.

Nessuno sceglie il luogo dove nascere

Francesco, come i suoi collaboratori, è una forza della natura, una ne pensa e cento ne realizza. Abbiamo fatto queste “quattro chiacchiere” dopo la sua traversata dell’Europa in bici, uno dei suoi splendidi progetti.


1) Isla ng Bata nasce col “desiderio di tutelare i diritti di un’infanzia negata in molti Paesi del Mondo”. La pandemia ha colpito in modo più feroce quanti vivevano già in condizioni di fragilità, come sono stati per voi questi ultimi due anni?

Negli ultimi due anni e mezzo di pandemia le Filippine hanno attuato un lockdown rigidissimo perché essendo 7107 isole, la gestione del covid è stata molto difficoltosa. Le scuole hanno riaperto dopo due anni di chiusura totale la settimana scorsa, purtroppo però abbiamo ancora metà classe in presenza e metà online, per gli ultimi due anni non è stato possibile entrare nel paese e la mancanza totale di turisti ha impoverito enormemente il paese. Per i primi 8 mesi della pandemia si poteva uscire solo due volte a settimana per fare la spesa e solamente un membro della famiglia era autorizzato ad uscire, mentre per tutti i successivi due anni e mezzo sono stati vietati gli spostamenti dei minorenni e delle persone con più di 65 anni di età. Per quasi un anno è stato anche difficoltoso l’approvvigionamento dei generi alimentari e di prima necessità perché i trasporti da isola ad isola si sono praticamente fermati. Ora le cose stanno lentamente tornando alla normalità nonostante la benzina sia schizzata alla stelle per la guerra Russo-Ucraina, un litro di benzina è arrivato a costare 80 pesos e 370 pesos è lo stipendio medio giornaliero nel Negros Oriental l’isola dove sorge la casa famiglia. Le bambine hanno molto sofferto per le restrizioni e per la mancanza di volontari e si spera nel corso dell’autunno di tornare alla normalità.

2) Mentre rispondi a queste domande hai appena compiuto una grande impresa. Hai attraversato l’Europa con una Pedalata solidale, un viaggio di oltre 6000 chilometri passando per 70 città. Ci racconti questa cavalcata?

Durante gli ultimi due anni l’associazione non è riuscita a svolgere molte attività di raccolte fondi così ci siamo inventati questa pedalata solidale da Atene a Capo Nord, per raccogliere fondi, e per incontrare più volontari possibili. Sono stato accolto in molte case di famiglie Italiane ed europee che hanno le bambine adottate a distanza che ho ringraziato di cuore ed a cui ho ricordato l’importanza dell’adozione a distanza perché senza il loro contributo mensile sarebbe stato impossibile sopravvivere nella casa famiglia. Ho passato dei momenti bellissimi insieme ai volontari dalla Grecia alla Norvegia, con cui abbiamo organizzato merende, aperitivi, cene e mercatini solidali, molti non li incontravo da anni ed è stato emozionante tornare a condividere i valori di Isla di nuovo dopo tanto tempo. La pedalata è stata anche un momento di riflessione che mi ha confermato il fatto che le persone sono fondamentalmente buone e che capiscono i bisogni degli altri ti aiutano e supportano in tutti i modi, io sono stato accolto da persone mai viste che si sono prodigate per aiutarmi nella raccolta fondi e mi hanno dato la forza per continuare la pedalata che a volte è stata molto molto dura tra il caldo nel sud Europa e gli acquazzoni improvvisi della Scandinavia che hanno messo a dura prova sia me sia la bici e la tenda che per fortuna alla fine hanno retto lo sforzo. Ho visto paesaggi incredibili e conosciuto centinaia di persone che mi hanno ripagato dello sforzo di percorrere 6973 km con una mountain bike di 21 anni prestatami da una mia volontaria di Treviso e con poco allenamento ma con tanta tanta voglia di ritrovare vecchi e nuovi volontari e di condividere l’idea che nessuno sceglie il luogo dove nascere ma con un po’ di buona volontà ognuno di noi può migliorarlo.

3) Queste conversazioni estive di Arcoiris ruotano attorno alla parola “Cura”. Una poesia di Mariangela Gualtieri, “Adesso”, inizia così: “Adesso è forse il tempo della cura./Dell’aver cura di noi, di dire/noi.” Tu che dedichi alla cura degli altri tanta parte della vita, credi che questo auspicio della Gualtieri abbia reali possibilità di realizzarsi?

Sì, penso che la Gualtieri abbia pienamente ragione, io credo che sempre più persone stiano prendendo coscienza che l’unico modo per vivere in armonia è prendersi cura dell’altro, di colui che ha meno di noi. Negli ultimi 15 anni ho collaborato con tantissime persone ed associazioni che si battono per chi è meno fortunato ed il fatto che non siamo soli mi dà la forza di continuare.

4) Infine un suggerimento. Le Filippine sono molto lontane e le conosciamo davvero poco. Ci puoi consigliare un libro, un saggio o un romanzo, o un sito internet per conoscere meglio quella realtà?

Purtroppo le Filippine non hanno molti romanzieri o scrittori… C’è la guida ed il sito della Lonely Planet che ne danno una descrizione abbastanza reale. Ma la cosa migliore sarebbe per voi di  Arcoiris di venirci a trovare nella casa famiglia così da conoscere personalmente le bambine che avete adottato a distanza ed immergervi nella cultura filippina per noi sarebbe un grande regalo!


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