newsletter: Leggere fra le righe

Il giorno delle Mesules. Diari di un alpinista antifascista, Ettore Castiglioni

numero 1 – Newsletter della Associazione Arcoiris – febbraio 2019


Girovagando, insieme ad Isabella, per rifugi dolomitici, ci siamo imbattuti nell’estate del 2017 nel rifugio Carducci, posto ai piedi della Croda dei Toni, in Val Giralba.

Siamo rimasti colpiti da un dipinto, posto sopra l’ingresso del rifugio, che riportava la seguente frase

Ardevo di tornare alle Dolomiti, ai bei campanili della Croda dei Toni”

con un ritratto di Ettore Castiglioni.

RIfugio Carducci

Incuriosito anche dalla figura del gestore del rifugio Beppe Monti, Bepi, animatore del progetto “Dolomiti senza confini” ( una rete di sentieri e rifugi a cavallo del Cadore , dell’Alto Adige e del Tirolo orientale austriaco ispirata all’idea di una montagna che unisce anziché dividere ), estimatore di Castiglioni,  ho voluto documentarmi ed ho scoperto così  la figura di questo alpinista antifascista, poco conosciuto ai più.

Appartenente ad una famiglia della borghesia milanese, viene avviato, secondo i voleri del padre, ad una tranquilla carriera da avvocato, ma decide, trascorso un anno di praticantato a Londra, che quella non sarebbe stata la vita che lo avrebbe reso felice. Vive la passione per la natura, per la montagna in particolare, spinto dalla pulsione di fuga dall’ambiente borghese cittadino che lo circonda, da lui reputato ipocrita, privo di una reale aspirazione al raggiungimento della felicità. Appena può corre ad arrampicare, ma anche solo a fare lunghe escursioni, o discese con gli sci.   Le tecniche alpinistiche che sviluppa, e che lo portano ad essere considerato tutt’ora uno dei più forti alpinisti di sempre, non sono finalizzate tanto alla “conquista” della vetta quanto piuttosto al raggiungimento di un rapporto simbiotico con la montagna stessa.

Redige per conto del CAI/Touring Club parecchie guide che gli danno l’occasione, oltre che di guadagnarsi da vivere, anche di conoscere a fondo i territori dolomitici.    

Il diario, che è stato scoperto e fatto pubblicare dal nipote Saverio Tutino, ideatore dell’Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano (meta nel passato anche di una escursione di Arcoiris, vedi come i fili si intrecciano) copre un arco che va dal 1931 al 10 gennaio 1944. Sono pagine intense, dove i resoconti delle innumerevoli scalate sono quasi del tutto inesistenti, per lasciare spazio a riflessioni intime, filosofiche, estetiche, politiche scritte peraltro in una prosa assolutamente gradevole che riflettono il percorso di crescita di un giovane benestante  degli anni ‘30. La sua posizione nei confronti del fascismo è chiara e netta ed è presente in più punti del diario, sempre contrapposta ai valori di eroismo e machismo di cui l’ideologia fascista nutriva la sua propaganda, anche attraverso il controllo politico del CAI (all’epoca  Centro Alpinistico Italiano).

1935…. “L’alpinismo è libertà, è orgoglio e esaltazione del proprio essere, del proprio io come individuo sovrano, della propria volontà come potenza dominante: il fascismo è ubbidienza, disciplina , è annullamento della propria individualità nella pluralità e nella promiscuità amorfa della massa, è abdicazione alla propria volontà e sottomissione alla volontà altrui. Quindi il fascista non è neppure un uomo, perché rinuncia alle proprie facoltà umane: chi rinuncia a volere, rinuncia a pensare, rinuncia ad essere uomo, per essere soltanto strumento o utensile a disposizione di chi lo sa maneggiare”

Sia chiaro, Castiglioni era un individualista, oggi forse diremmo un radical chic, ma che giunto al momento delle scelte non ha esitato a schierarsi in modo più “operativo”  dalla parte giusta. E qui arriviamo alla tragica fine, in realtà avvolta da un alone di mistero, di Ettore Castiglioni. Ufficiale degli alpini richiamato in servizio nel 1942, per i suoi meriti alpinistici viene inviato alla scuola militare alpina di Aosta. Dopo l’armistizio  organizza un gruppo di commilitoni, salendo in quota e stabilendosi in una malga in Valpelline, formando un gruppo partigiano che si occupa di accompagnare in Svizzera antifascisti ed ebrei in fuga (tra cui il futuro Presidente della Repubblica Einaudi).

Anche nelle pagine dedicate a questo periodo emerge l’amore per la vita di montagna ancora più enfatizzato dalla consapevolezza di stare vivendo un’esperienza comunitaria e autosufficiente.

“[…] Noto con piacere che anche gli ufficiali si assumono spesso i compiti più ingrati, anziché lasciarli ai soldati. Ci sentiamo davvero tutti compagni, tutti amici, tutti eguali.”

Viene fermato una prima volta dalle guardie di confine svizzere e tenuto recluso 5 settimane. Rimesso in libertà riprende la sua attività e qui lascio il resto del racconto alla pagina ANPI a lui dedicata.

L’11 marzo del 1944, certamente per incarico del CLN, parte con gli sci dalla Capanna Porro, in Valmalenco, per “sbrigare una faccenda a Maloja”. Ha un passaporto intestato al cittadino svizzero Oscar Braendli, ma la polizia elvetica si avvede del cambio di persona e arresta di nuovo Castiglioni. Rinchiuso al piano superiore dell’Hotel Longhin, il più famoso alpinista italiano dell’epoca viene privato dei pantaloni, delle scarpe e degli sci. Ma ha una missione da compiere e alle cinque del mattino del 12 marzo si cala, con alcune lenzuola annodate, dalla finestra.

Senza vestiti adatti, senza attrezzatura si incammina verso l’Italia via Orden, Cavloc, ghiacciaio del Forno, Passo del Forno. Morirà assiderato e il suo corpo, ritrovato a giugno del 1944 a pochi metri dal confine”

PER APPROFONDIRE

Il giorno delle Mesules . Diari di un alpinista antifascista

HOEPLI Edizioni . Euro 21,16


KINDLE Edition e-book Euro 1,02

LIBER LIBER free e-book Euro 1,03

Per trovare la biblioteca più vicina che possiede il volume si veda sul Catalogo Unico Nazionale

Oltre il confine è il film realizzato nel 2017

http://www.anpi.it/donne-e-uomini/2054/ettore-castiglioni

Rifugio Carducci : http://rifugiocarducci.eu/

https://www.dolomitisenzaconfini.eu/it/

Luciano C.

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