Resoconti

all’ombra fa un freddo della Madonna

Redazione

lbaldini

domenica 20 gennaio Passeggiando per Trastevere. Da Piazza Belli a Piazza Trilussa.

Passeggiando per Trastevere
domenica 20 gennaio 2008

Con Elsa alla guida mi dirigevo verso Trastevere e ancora mi chiedevo se la prima chiesa dell’itinerario era intitolata a Crisostomo o a Crisogono, un’incertezza sui nomi con una conseguente loro manipolazione, che con l’età mi si è aggravata. Volevo sbirciare – per una verifica –  i fogli che avevo sottomano, ma ecco che attira la mia attenzione un cartellone pubblicitario su un nuovo film di un attore che conosco: l’attore è Raul Bove, il titolo Scusa amore, se ti chiamo Chiara. Bove me lo ricordo, perché lo associo al Carducci (T’amo, o pio Bove, e mite un sentimento di vigore e di pace al cuor mi infondi: con quel pizzico di omosessualità che oggigiorno non stona); ma perché Raul a lei (tre o quattro ciocche?) la vuol chiamare Chiara non lo so.
Posteggiata la macchina sul lungotevere, attraversiamo Ponte Garibaldi: al primo sole si sta bene, ma all’ombra fa un freddo della Madonna, manco stessimo già in Piazza Santa Maria…
Ci sentiamo chiamare dall’altra carreggiata: un bel gruppo con Caterina, che sarà la lettrice dei versi del Belli e del Trilussa, che saranno recitati ai piedi delle statue (oggi è tutto multimediale); a proposito di comunicazione multimediale, Massimo tira fuori un aggeggio (Lucilla, nella sua levità verbale, avrebbe detto “un fregno”), che consiste in un apparecchio da cingerci la vita e in un auricolare che, prova e riprova, mi sistema sulla testa; ma il braccetto che dovrebbe finire nei pressi della bocca, non se ne dà per inteso: o mi entra in bocca o rimane troppo lontano. Luciano, pensa che ti ripensa, il pomeriggio alle quattro, nella sua esemplare discrezione, mi sussurra che forse, secondo lui,  l’auricolare avrebbe dovuto cingermi non la testa, ma il collo. Difficile l’approccio alla multimedialità.
Mi sono dilungato troppo, ma per non farvi perdere le meraviglie dell’itinerario, lo trovate qui appresso trascritto (il solito copia e incolla). Non sono mancate le freddure di sempre che, dove non c’era ancora il sole, risultavano davvero micidiali (etimologia: omicidiali). Tipo: “la piazza dove ci siamo radunati, non si chiama “Belli”, perché oggi ci stiamo noi, ma perché intitolata al grande Gioachino Belli. Davanti alla Chiesa intitolata a Sant’Agata, qualcuno ha sussurrato tu mi tradisci, ma io, fra me e me (per una guida il decoro è d’obbligo) ho pensato che tutte queste sante (Agata, Pudenziana, Rufina, Prassede, Seconda) erano quasi sempre “vergini”, quindi incapaci di tradire per definizione, compresa la Madre di Gesù, la “Vergine per antonomasia”; durante la discussione sul bilancio (eravamo alla Cacciarella, “bene pasti, bene poti” – e chi non sa di latino si arrangi), Peppe dichiarava di non insistere su non ricordo cosa, per non… sbilanciarsi troppo: capito di che siamo capaci noi di spirit-gastro-arco-iris?
Ma come non chiudere con lo scoppiettante, cromatico, “intrigante” (è una parola che fa sempre scena) cortometraggio sulle escursioni dell’anno scorso, per la regìa di Marina? Non tu, non tu, Marina, ma la Conti!

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