Resoconti

Crisi nera

Redazione

lbaldini

Domenica 11 marzo 2007 – Serra di Celano dal bivio di S. Iona. Nel cuore del parco Velino-Sirente.

Domenica 11 marzo. Questa volta dobbiamo parlare di “levata” e non di “levataccia”, perché l’appuntamento al Largo della Primavera è per le otto e trenta: oltre Elsa e me, ci sono Luciano, Cristina (presque new entrada, perché era già venuta un’altra volta, ma non s’era tesserata;  oggi, però, Elsa non perdonerà), la coppia, di fatto e di diritto, Anna e Maurizio, Silvia (che felice ristà quando si sta in pausa), Stefania, Caterina e Nadia. Dopo Celano, al bivio di Santa Jona ci aspettano i coniugi Benedetto e Diana, anche loro  dico-esenti, con Andreas, infine i Tribioli: Bruno (è lui la nostra guida), Alessandra e Stefano.
Lasciate le auto (sono passate le dieci e trenta), si comincia. Inizio tranquillo. Si chiacchiera. Sapete no? i figli, il lavoro, i film, i libri, un po’ di gossip e il chiacchiericcio politico che, privo dell’invadenza di Berlusconi, latita un po’: insomma tutte quelle cose che rendono inimitabile la frequentazione di Arcoiris…
Ma già si intravvedono chiazze di neve, che diventano sempre più estese e nelle quali, tuttavia, bisogna entrare. Mettici la salita, mettici la neve: e la fatica comincia a farsi sentire. Bruno e famiglia, Andreas, Ben, Elsa, Peppe, Anna, Maurizio e Cristina (sorpresa!) avanzano spediti; gli altri molto meno.
Il gruppo si sgrana: dopo i primi, seguono Nadia, Diana e Gualtiero; in coda Caterina, Stefania, Silvia  e Luciano (il Buon Pastore). Caterina la vedo –  sotto di me –  avanzare a piccole, piccolissime tappe; Stefania a un certo punto è in crisi nera (che contrasto col bianco immacolato della neve!): si siede, anzi si sbraca e forse pensa di perdersi in una tiepida distesa marina (e naufragar m’è dolce in questo mar).
L’ultimo tratto, erto e roccioso, è percosso da un vento gelido, ma i Trib, Cris, Andr, Nad (in forte ripresa) e Ben avanzano impavidi; dietro arrancano, ma non indietreggiano, Ann, Maur, Els e Gual; intanto, freddo e vento si fanno sempre più intensi. Un passaggio troppo stretto (che il vento percuote violento) sconsiglia i quattro dal proseguire, che infatti fanno dietro front e retro-march! Mentre i primi continuano a salire e toccheranno la Serra.
Gli altri, poveri mortali, scendono e si cercano un posto al… sole, ma soprattutto al riparo dal vento, per consumare il frugale pasto. Di botto, al loro fianco, quale magica visione, compare Bruno, tranquillo e riposante. Il posto scelto è anche assolato: incredibile dictu (per gli incolti: incredibile a dirsi); ma, senno’, Elsa che ce la portiamo a fare?
Veramente Elsa ce la portiamo anche perché, a fine pasto, quando siamo raggiunti dai “vettaroli”, tira fuori il blocchetto delle ricevute e, zac!, colpisce tutti. Il resto dell’escursione procede liscio. Finale: tutti felici e contenti. Come in una favola. Alla prossima!

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