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Dieci piccoli indiani

Redazione

lbaldini

21 settembre  2019 – Rifugio Vincenzo Sebastiani al Colletto di Pezza (m 2102) – Parco naturale regionale Sirente-Velino 

Dieci piccoli indiani ovvero come siamo riusciti ad aggirare settembre.

Il nostro programma prevedeva che la prima escursione, dopo le vacanze estive, fosse domenica 22 settembre e così alcuni rispondono che ci saranno. Poi cambia tutto, o meglio cambia qualcosa. Che è successo? È accaduto che, dato l’ossessivo rivolgersi alle previsioni meteo per ogni nostro spostamento, per capire come vestirsi, per sapere che umore avremo, Bruno, nostra guida non spirituale, ma materiale, guarda il Meteo.it pochi giorni prima della partenza e ci avvisa che domenica è prevista pioggia, quindi spostiamo la nostra escursione a sabato 21 settembre, la anticipiamo. Questo ha comportato dei cambi nella composizione del gruppo dei partecipanti, certo, ma a me ha ricordato la storia de Il mese di marzo ed il pastore. La ricordate? Era in un mio libro delle elementari, ma credo che in molti l’abbiate letta. In ogni caso vi faccio un piccolo sunto. 

Marzo, mese pazzerello e dispettoso chiedeva ogni mattina ad un pastore dove avrebbe portato le pecore a pascolare il giorno dopo e questi gli rispondeva una volta al piano (e poi andava al monte), una volta al monte (ma poi andava al piano). Marzo faceva piovere lì dove il pastore indicava di volere andare e sbagliava ogni volta, mandando la pioggia nel posto indicato. Allora infuriato chiede un giorno ad Aprile, per fare un dispetto al pastore che lo aveva preso in giro per tutto il mese e, finalmente, riesce ad inondare di pioggia gregge e pastore. 

Beh, che c’entra questa leggenda con noi? C’entra, c’entra. Abbiamo “fregato” non marzo, ma settembre anticipando la nostra escursione e così, anche senza la presenza di Elsa il sole ha brillato per tutta la giornata e noi siamo giunti belli asciutti alla fine del percorso. Che furbo Bruno!

Bando alle ciance e ai riferimenti alle tradizioni popolari (che poi male non sono mai), veniamo al resoconto. Ci incontriamo puntuali in sei, Luciano B., Antonietta, Lamberto, Tiziana, Piero e la sottoscritta, a Centocelle e partiamo con due macchine, al secondo appuntamento incontriamo Bruno ed Alessandra con Marina e Silvestro. Ecco fatto. Siamo in dieci, anche qui mi sono venuti in mente un paio di riferimenti, uno letterario Dieci piccoli indiani di Agatha Christie, l’altro musicale Dieci piccoli indiani dei Matia Bazar. Su questi, però non vi “ammorberò”, cercate in rete e troverete tutto. 

I dieci piccoli indiani iniziano la camminata prendendo la strada sterrata, ma della miniera di bauxite abbandonata io non ho visto traccia. Forse ero troppo distratta dalle chiacchiere continue che come sempre accompagnano le nostre escursioni. Tema delle conversazioni? Come sono andate le vacanze estive, come stanno i figli, cosa combinano, ma soprattutto la politica. Questo nuovo governo, nato da poco ci dà tanto di cui parlare e non ci limitiamo solo a questa parte della politica; ciò che ci interessa di più è la grande politica. Il capitalismo attuale, la globalizzazione, le risposte che non si trovano ai nuovi problemi da affrontare perché manca la capacità di guardare un po’ più in là del presente. E la camminata in lieve pendenza prosegue tranquilla senza difficoltà e senza accorgerci della fatica che questa volta è data dai sassi, dalle rocce, presenti sul sentiero che renderanno un po’ più complessa solo la discesa. Arriviamo al Rifugio Sebastiani rispettando la tabella di marcia e qui quattro di noi si fermano (Antonietta, Luciano, Piero ed io), mentre gli altri sei proseguono verso Punta Trento. Torneranno alle 14:30 e a quel punto, finalmente, mangiamo. Niente panini con il formaggio o il prosciutto, niente insalate o frittatine. Mangiamo al rifugio serviti da una magnifica ragazza (si dice così fino ai 40 anni) dagli occhi color del mare. E cosa ci fa in montagna? Primo, secondo, contorno, vino, dolce e caffè, ammazza caffè, alla faccia di chi non c’era. Certo non è che ordiniamo tutto questo o almeno non tutti. Sigaretta e scambi vari di ciance e Marina ne approfitta per chiedere nuove collaborazioni per la newsletter. Qualcosa forse è riuscita ad ottenere: una promessa che speriamo venga mantenuta. A questo punto si son fatte quasi le 16.00 ed imbocchiamo la via del ritorno percorrendo la stessa strada dell’andata, con un po’ più di attenzione per i sassi ed i piccoli massi presenti sul sentiero: largo, bello, agevole, spesso scoperto, ma il caldo non ci ha tolto il fiato né all’andata né al ritorno, tanto è vero che proseguono le nostre chiacchierate. Io vado piano piano, è la prima camminata seria che faccio da questo inverno, quando il ginocchio mi ha avvisato che sto invecchiando e Tiziana, che cammina con me, si accorge solo alle 18 che è tardi, ha promesso alla figlia di arrivare a Roma in tempo per accompagnarla ad una festa. Alle 18. Non ce la farà mai anche se l’ultimo tratto lo ha fatto con le ali ai piedi. Come finirà fra lei e la sua splendida figlia lo sapremo solo ad ottobre, all’Elba.

Caterina 

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