Resoconti

diosolosa quanta roba griffata avremmo regalato

Redazione

lbaldini

Sabato 6 e Domenica 7 ottobre 2012
T – Attorno a quella gran macchina del duomo. Trekking urbano a Milano

 

ROMA-MILANO-ROMA …
IN TAV CON LA “FRECCIA ROSSA”
Roma-Milano in tre ore: non mi era mai capitato; e, se l’aritmetica non è un opinione, con altre tre ore torneremo a Roma… Ma vedremo.
Primo appuntamento all’ostello ROTTA alle otto della sera di venerdì 5 ottobre; e siamo tanti, vicini ai trenta; secondo appuntamento alle 8,20 al Caffè Lupo per la cena; e superiamo i trenta; inaspettatamente manca Nadia, colpita da febbre alta, come succede ai ragazzini il giorno prima di una partenza importante. Il locale che ci ospita ci sta un po’ stretto, ma è meglio così: familiarizzeremo meglio; e ce n’è bisogno, perché capita – in
queste uscite urbane specialmente – che vengano persone mai incontrate prima; tu dici il tuo nome e ascolti il loro, che non capisci bene o te lo scordi; e perciò chiedi all’orecchio di Luciano: “Ma quella/o come si chiama?”.

Dopo cena, io mi avvio rapidamente a dormire; ma gli altri chissà che ore hanno fatto in una notturna città-piovra come Milano.
Sabato 6 ottobre appuntamento alle otto e mezza: con la Metro raggiungiamo il Castello Sforzesco, che è una delle sette meraviglie, se non del mondo, sicuramente di Milano; ma per quanto il mio cervello si… sforza, non mi ritorna in mente la storia; poi entriamo in Sant’Ambrogio e qui qualcuno mi chiede che cos’è un ambone e io, distratto, gli rispondo : “89-90”; adesso, che sono concentrato (e col vocabolario sotto mano), posso dire che l’ambone è una tribuna provvista di balaustra e leggìo, adibita alle letture liturgiche e all’omelia dell’officiante. Del cenacolo vinciano, della famosa ultima cena che dire? Giuda se ne sta tutto assorto e in penombra, forse pensa che Cristo gli vuole proprio bene se lo ha scelto per farsi tradire; mah. Dopo la Chiesa di San Lorenzo, che dall’esterno lascia intuire tutt’intorno un’elaborazione un po’ complicata, direi quasi contorta, siamo entrati nel “Parco delle Basiliche”, dove abbiamo fatto man bassa di prosciutto, mortadella, formaggio, pomodori, olio sale e tanto pane (l’immancabile pranzo
al sacco comunitario, allestito da Lucilla). La ripresa postpranziale è stata un po’ faticosa, ma la passeggiata ai “Navigli” ci voleva, sennò a Milano che ci siamo andati a fare?

Il “supplemento di percorso per chi non ne ha avuto abbastanza”, come ha annotato Luciano, io non l’ho fatto e perciò non so che dirvi.
A cena siamo andati a un circolo bocciofilo, la “Caccialanza” di via Padova 91: la tavola era apparecchiata all’aperto, ma al coperto, e la serata è stata tiepida, gradevole, con l’oste che tentava di parlare romanesco per dimostrare condiscendenza; però poi ci ha fatto pagare una aggiunta di una quarantina di euro, per qualche bottiglia in più…
Domenica 7 ottobre, appuntamento alle 9 circa. Visita del quadrilatero della moda, a partire dalla famosissima Via Montenapoleone e fortuna volle che i negozi erano chiusi, sennò, Nadia e Marina mie, diosolosa quanta roba griffata avremmo regalato alle nostre donne…
Poi abbiamo sciamato per il quartiere di “Brera” (braida, prati?), eppoi la Scala, eppoi Piazza Fontana, dove Claudio – siccome suole – ci ha offerto riflessioni storiche documentate e “ragionate” (magari una maggiore vivacità, anche gestuale, non guasterebbe). Comunque, molto bravo lui; e molto bravi Luciano, Caterina e Lucilla (la solita eminenza grigia); e molto bravi noi, che abbiamo apprezzato la loro generosa, volontaria e gratuita (coi tempi che corrono) dedizione alla causa ‘arcoiris’.
Sciolta la compagnia, con diverse e successive Frecce Rosse abbiamo pensato tutti di volare a Roma in tre orette; ma ce ne sono volute quasi cinque. L’Italia, fra mari e monti, sta proprio affondando. Alla prossima. Gualtiero

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