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Il cuore nelle scarpe. Olimpiadi 1960

Redazione

lbaldini

venerdì 7 luglio 2023
T – Il cuore nelle scarpe. Luoghi e storie di sport
Trekk urbano serale


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Questa volta il trekking urbano, fissato come sempre all’inizio dell’anno, ha subito variazioni di giornata, per poi tornare al suo posto: il trekking urbano di luglio si fa in serata e non di mattina, almeno si respira un po’. Ma proprio poco, però, eh! Il bel programma di Luciano, “Il cuore nelle scarpe. Luoghi e storie di sport” sulle Olimpiadi del 1960, quelle di Roma, è stato ridimensionato a causa del concerto di Ultimo allo Stadio Olimpico. Certo, Ultimo avrebbe dovuto chiederci il permesso, purtroppo non lo ha fatto; da qui la decisione di spostare dal 7 sera all’8 in mattinata il nostro trekking. Per fortuna, ridimensionando la camminata, ci siamo visti la sera del 7 luglio: 11 persone e miliardi di insetti che lavorano h 24, a cottimo! Muniti di Autan (o prodotti più naturali che gli insetti bellamente ignorano) abbiamo dato inizio al nostro andare partendo dal Palazzetto dello sport. Prima della partenza, Luciano ci ha raccontato la storia di come è venuto su il villaggio olimpico e sicuramente ciò che ha sconvolto maggiormente le nostre menti è il breve tempo che è stato impiegato per la sua costruzione: 5 anni, a Roma, Italia. Roba da non credere! Quando è stato che abbiamo cominciato ad impiegare 10/15/20 anni per fare qualunque cosa a Roma? Bon, lasciamo le polemiche da parte ed addentriamoci in qualche altro dettaglio. 

Per adeguare Roma ad accogliere i Giochi e a realizzare il Villaggio Olimpico, vicino lo Stadio Flaminio, hanno lavorato molti artisti ed architetti: forse il più conosciuto per alcuni di noi era Pier Luigi Nervi, se non altro perché ha lavorato anche in alcune zone della periferia romana a noi più familiari. Certo, molte opere ricordano ancora quell’architettura razionalista del Ventennio, come le grandi statue realizzate da Cataldi, ritrovate e riposizionate in punti non molto strategici che rappresentano alcune specialità sportive, lotta, pugilato, corsa, quella del calcio non la incontriamo; ci soffermiamo, però, qualche minuto in più davanti a quella di Jan Palach, nell’omonima piazza, ma questa statua è stata realizzata dieci anni dopo le Olimpiadi di Roma. Qui Massimo ci leggerà una delle letture scelte dalla nostra guida: si tratta di un meraviglioso pezzo giornalistico di Gianni Brera che ricostruisce la storia di come sono nate e come si svolgevano le Olimpiadi antiche. Attraverso le letture il trekking ricorderà ben quattro Gianni, Brera, appunto, Clerici, Minà e Mura. Anche i giornalisti sportivi non sono più quelli di un tempo. Mannaggia la nostalgia!

Gli atleti partecipanti alle Olimpiadi furono più di 5000, poi gli allenatori, le delegazioni, la stampa, ecc. ecc. ecc., insomma il villaggio ospitò veramente una marea di persone, oltre agli alloggi, le palazzine, da due a cinque piani, avevano una caratteristica comune: erano e sono sollevate da terra su pilastri di cemento armato per evitare le periodiche inondazioni del Tevere; si pensò anche alla mensa e a tutto ciò che serviva per accogliere degnamente tutti. Roma non doveva sfigurare e non sfigurò. Ovviamente non tutte le gare si svolsero allo Stadio Olimpico o al Palazzetto dello Sport, Abebe Bikila, per citare l’episodio più conosciuto, tagliò il traguardo della maratona da trionfatore sotto l’arco di Costantino, correndo a piedi scalzi e stabilendo, con 2h15’16″2, il nuovo record olimpico. Altre gare si svolgeranno allo Stadio Flaminio, a Caracalla, al Lago di Castel Gandolfo o, addirittura, in altre città d’Italia.  Luciano ci racconta anche qualche gossip alquanto piccante di relazioni tra atleti, ma io non riporterò questi pettegolezzi. Furono Olimpiadi importanti quelle del 1960 e parlarne ci riporta alla mente i nomi degli atleti conosciuti da ragazzini, anche qui un paio di nomi tra tanti: Benvenuti e Cassius Clay, il futuro Muhammad Ali, nomi che hanno fatto la storia del pugilato. 

Non del tutto soddisfatto di farci sudare anche di sera Luciano questa volta ha introdotto una novità: mentre procediamo per le vie del villaggio ci sottopone ad alcuni quiz (13 in tutto), mandandoci domande sulle Olimpiadi Roma ‘60 via WhatsApp e noi rispondiamo, spesso a caso, perché alla fine della serata ci sarà un premio per chi avrà ‘inzertato’ il maggior numero di risposte corrette. Mentre camminiamo e rispondiamo arriviamo a Ponte Milvio, lo attraversiamo e cerchiamo inutilmente un bar che faccia un caffè alle 9:30 circa di sera. Inutilmente già, perché tutti i locali si preparano alla movida che ancora non è iniziata e chi ha la macchina per il caffè la spegne alle 17:00. Si vede che per stare svegli da quelle parti si usa altro…

Percorriamo un tratto della pista ciclabile che costeggia il Tevere fino ad arrivare al Ponte della musica – Armando Trovajoli e qui c’è davvero tanta vita: gente che balla il tango, qualcuno fa sport, qualcuno suona, insomma è un ponte che non si attraversa e basta, qui ci si incontra per mille motivi e si rende viva in modo degno quest’opera superba, non antica, certo, ma bella, inaugurata nel 2011, ma prevista sin dal 1929. Qui arriva la lettura di un altro Gianni, qui è Gianni Mura che ci racconta delle mitiche Olimpiadi del 1968, quelle dei pugni alzati sul podio dei 200 metri da Tommie Smith, Peter Norman e John Carlos. Mura ci racconta di come dopo quel gesto clamoroso nessuno dei tre campioni abbia più partecipato ad un’olimpiade. Ancora oggi si pretende che la politica, i gesti simbolici di protesta o di adesione alle battaglie per i diritti restino fuori dalle gare sportive. Non sempre è così, fortunatamente, come è accaduto ai mondiali di calcio in Qatar, piccoli gesti, repressi o bloccati, certo, ma che hanno lasciato il segno ugualmente.

Ritorniamo al punto di partenza e mentre brindiamo e mangiamo patatine e anguria si premiano i vincitori dei quiz dal terzo, Claudio con 4 risposte giuste, alla seconda, la sottoscritta con 5 risposte su 13, alla prima classificata: Gabriella Delaimo con ben 6 risposte corrette. Così terminiamo la serata e la prima parte dei trekking annuali, quelli che precedono l’estate; in realtà è già iniziata un po’ più tardi rispetto allo scorso anno è vero, però bella rovente ugualmente. 

Ci rivedremo a settembre: buona estate a tutti e non dimentichiamo i giochi estivi di Arcoiris.

Caterina B.

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