Resoconti

la cena insidiosa

Redazione

lbaldini

sabato 14 e domenica 15 giugno – E Monte Velino. Salita al Velino con pernottamento al Rifugio V. Sebastiani.

Si parte da Roma in una formazione inedita.
Luciano, Lucilla, Nadia, Iolanda, Peppe senza la consorte (non esistono proprio più le mogli di una volta, la dolce Patrizia si gode il bel mare siciliano) e Alessio.
Lucilla e Iolanda (compagne di classe alle superiori) si ritrovano a fare una gita insieme dopo anni, Alessio e Peppe scoprono di conoscere tantissime persone amiche di Nadia e Iolanda; mentre “Lunga e diritta correva la strada” riappaiono vecchi episodi, si colmano i vuoti di questi anni, tornano in superficie luoghi e volti scomparsi nella nebbia del tempo.
A Campo Felice, dopo esserci già persi, raggiungiamo Bruno, Alessandra e Stefano e cominciamo la facile ascesa verso il rifugio Sebastiani. Il pendio è dolce, e Bruno Triboli stavolta non ci fa tribiolare (da Peppe Musumeci), c’è tempo e voglia di parlare, si raccontano le escursioni precedenti, si parla dei programmi futuri e c’è pure qualcuno che insinua un dubbio: ma Marina, “il Mercurio” di Arcoiris, esiste davvero? O è una creazione virtuale?
Intanto le nuvole “Vanno, vengono,
ogni tanto si fermano e quando si fermano sono nere come il corvo
sembra che ti guardano con malocchio
Certe volte sono bianche e corrono
e prendono la forma dell’airone o della pecora
o di qualche altra bestia ma questo lo vedono meglio i bambini
che giocano a corrergli dietro per tanti metri”
Le nuvole ci vogliono bene, non ci bagnano anzi, quando arriviamo al rifugio ci regalano un tramonto straordinario.
La cena è insidiosa. Secondo voi si può somministrare a dei camminatori che poi dovranno dormire in uno stanzone uno a fianco all’altro, una zuppa di legumi?
Per fortuna, per alleggerire il pasto, per secondo ci toccano salsicce con piselli!
Qualcuno dorme poco, qualcuno dice di dormire poco, qualcun altro si mette giù e istantaneamente ronfa: tutto materiale utile per le discussioni che si intrecceranno durante la colazione.
La domenica il cielo è azzurrissimo e la salita (per meglio dire il saliscendi ) al Velino è davvero piacevole.
Alessio dà forfait, pressione alta, meglio stopparsi e godere dei panorami del rifugio. Gli altri, con Alessandra e Stefano a fare da lepri, in ordinata fila indiana salgono al colle del Bicchero e, per la valle dei Briganti, arrivano alla cresta, scendono e salgono per pendii verdissimi e rocce bianche, senza neanche un albero.
Cavalli allo stato brado e miriadi di fiori: l’azzurro dei nontiscordardime, il blu delle genziane, il giallo dei ranuncoli o bottoni d’oro secondo il volgo e l’eleganza incredibile degli anemoni. Peppe tiene il passo dei primi, Bruno con amorevole passione bada con pazienza al resto del greg… (ops!) gruppo.
Si supera l’ultima ripida rampa sotto il monte Cafornia e si arriva alla forcella. Breve sosta per rifocillarsi e intanto per Luciano cresce la paura del vuoto. Bruno cerca di persuadere, Luciano intigna, prosegue qualche altro centinaio di metri e poi altro vuoto, altra paura e via, inversione ad U, si ritorna alla base.
Lucilla che ha giurato (quando a Roma la fascia tricolore era in mani migliori) di seguirlo nella buona come nella cattiva sorte torna sui suoi passi col consorte. Non saranno quelle di una volta, ma senza le mogli/compagne noi mariti saremmo proprio persi!
35 minuti e si arriva al Velino. Quello che resta del gruppo si riunisce sulla vetta e poi, praticamente senza sosta e alcuni, i più lenti, senza pranzo ma con provvidenziali caramelle (vedi la presidente), imboccano la via del ritorno.
Anche la neve ci fa compagnia nel nostro percorso ed è una neve con striature rosa carminio: ci spiega Alessandra che è per effetto di un’alga; la natura è incredibile e chi di noi pensava che le alghe avessero a che fare solo con il mare!
Ci si ritrova tutti al rifugio. Ci sì “sfama” a dovere e poi si può intraprendere la discesa verso le automobili dedicando tutte le nostre energie alla pratica che più ci aggrada, ci rapisce, ci entusiasma, ci gratifica: la chiacchiera!
In macchina a Lucilla arriva per sms la notizia che uno dei gestori del rifugio Sebastiani, “il mitico Riccardo” frequenta lo stesso gruppo teatrale della nipote.
Nel frattempo Iolanda e Nadia compongono l’album delle figurine dei tanti amici comuni incontrati negli anni dello loro vita a Centocelle e dintorni.
Quanto è piccolo il mondo!

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