newsletter: Conversazioni iridate

Luca Asei Conte ovvero Della dolcezza


numero 23 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk –ottobre 2022


Arcoiris è stata capace anche di questo, è stata capace di fare incontrare uomini e donne straordinarie per la loro empatia e di far nascere amicizie profonde.

Luca è una persona preziosa. Di origini piemontesi, sembra la personificazione del garbo, della signorilità, della generosità, della precisione sabaude.

Frequentatore di professione di fiction e film, non disdegna affatto le arti e il bel canto non poteva non coinvolgerlo.

Lui che nel cognome ha il toponimo di un piccolo comune del biellese, è di una modestia e disponibilità impareggiabili.

Chissà, forse le sue origini si rintracciano anche nella dolcissima propensione al consumo di dolciumi che lo contraddistingue. Non so cosa ne pensa di gianduiotti o cremini, ma conosco la sua competenza nella scelta del miele: anche in questo caso Luca è un intenditore.

Luca durante un’escursione di Arcoiris

Queste “Conversazioni iridate” cercano anche di costruire una memoria collettiva delle attività di Arcoiris. Così, anche con te, iniziamo dal principio. Quando hai conosciuto Arcoiris e come l’hai incontrata? Cosa ti ha fatto continuare la frequentazione? Hai un ricordo particolare di una delle escursioni di Arcoiris?

Ho sentito parlare di Arcoiris per la prima volta da Benedetto e Diana, e con loro ho partecipato all’uscita del 13 dicembre 2009, guidata da te, “Il sentiero dei due laghi. Dal lago di Castel Gandolfo a quello di Nemi”. Quella prima escursione mi è piaciuta molto, e mi sono piaciute molto le persone che ho conosciuto quel giorno: intelligenza, cultura, educazione, simpatia, accoglienza, generosità, le caratteristiche comuni. Mi hanno fatto sentire totalmente a mio agio, “a casa”; continuare a seguire Arcoiris è stata una conseguenza naturale. Tanti bellissimi ricordi e sensazioni. Anche se purtroppo non potrò mai dimenticare l’incidente che ci ha fatto perdere Nadia…

E ora veniamo all’attività principale che contraddistingue la nostra Associazione,  il camminare. Le tue radici affondano nella provincia di Biella la terra di Quintino Sella, il tuo paesino, Asei, si trova ad una quarantina di minuti d’auto da Mosso, il paese del Ministro delle Finanze e fondatore del Club Alpino Italiano.

Ma tu ci andavi in montagna? Sei mai andato per sentieri di montagna?

Asei è il mio posto del cuore. Lì sento veramente le mie radici; è solo una piccola frazione con circa 60 abitanti, circondata da boschi, ma in posizione strategica: con un’ora di auto si raggiungono Milano, Torino, il lago Maggiore, quello d’Orta, tutta la Valsesia (con diversi paesi bellissimi), e parte della Val d’Aosta. La maggior parte delle vacanze in montagna le ho fatte con mio zio milanese (ex alpino) e la sua famiglia. La prima quando avevo 22 anni: da Asei li ho raggiunti in Svizzera, a Grindelwald; il ricordo che mi è rimasto più impresso è legato ad una escursione che avevo fatto da solo (loro c’erano già stati l’anno prima, ed era piuttosto costosa): con un trenino a cremagliera, che per circa metà del percorso viaggiava dentro gallerie scavate nella montagna, ho raggiunto i 3.571 metri di quota. Fuori dalla caverna/stazione, camminando sul nevaio, panorami mozzafiato su Jungfrau, Eiger, Monsch e sul bellissimo ghiacciaio dell’Aletsch. E poi per diversi anni in val Badia e dintorni, camminate e persino qualche ferrata …!!

Qual è il tuo rapporto col camminare, sei pigro oppure ami passeggiare anche in città?

I trekk urbani di Arcoiris mi piacciono molto, ma da solo non amo particolarmente camminare in città. Mi piace moltissimo fare passeggiate nella natura, specialmente quando sono ad Asei.

Una tua passione è la musica e da anni ti diletti a cantare in un coro.

“Il canto è l’espressione musicale più spontanea e naturale e il coro è la forma più immediata del fare musica insieme. In un coro ogni persona è sempre concentrata sulla relazione della propria voce con le altre. L’ascolto dell’altro è quindi alla base del canto corale e in generale del fare musica insieme. Imparare a cantare insieme significa imparare ad ascoltarsi l’un l’altro.

Il coro quindi, come l’orchestra, è l’espressione più valida di ciò che sta alla base della società: la conoscenza e il rispetto del prossimo, attraverso l’ascolto reciproco e la generosità nel mettere le proprie risorse migliori a servizio degli altri”, così si è espresso il maestro Claudio Abbado.

Tu da quanti anni hai iniziato a cantare? Ci racconti i momenti più emozionanti, i legami che si sono stretti, le esperienze più belle?

Ho iniziato a cantare nel 2007; probabilmente una delle decisioni migliori della mia vita! Anche e forse soprattutto per le belle amicizie nate nel corso degli anni. Tempo fa ho letto un articolo che mi aveva molto colpito: da esperimenti scientifici è stato appurato che durante il canto le pulsazioni cardiache di tutti i componenti di un coro si sincronizzano perfettamente!

Tra i momenti più emozionanti sicuramente il primo concerto, con l’applauso del pubblico alla fine del primo brano cantato dal coro. E poi i “ritiri”, dei fine settimana che facevamo a giugno con due prove ravvicinate per prepararci al meglio per i concerti, il sabato sera dopo cena era diventato di rito fare le ore piccole cantando i pezzi della nostra gioventù …

Per lavoro ti capita di essere a contatto col mondo della fiction e del cinema.

Penso che sia un settore molto diversificato che ha vissuto periodi d’oro e che ora vive le difficoltà comuni a tutto il settore dello spettacolo. È così?

Forse il cinema ora è un po’ in sofferenza, riempire le sale è sempre più difficile, con l’enorme concorrenza di quello che si può vedere a casa, con schermi domestici sempre più grandi e performanti; e il Covid di certo non ha aiutato … Per la fiction invece direi che va molto meglio: ce ne sono molte in lavorazione, pare sia difficile riuscire a formare una troupe per un nuovo progetto …

È famosa l’infelice frase di un nostro politico, “con la cultura non si mangia”, in realtà molti operatori di questa industria rischiano di non mangiare perché non si promuove la cultura. Cosa ne pensi?

La mia sensazione è che la cultura (a partire dalle scuole) in Italia sia non solo poco aiutata, ma addirittura ostacolata dalla politica … forse perché è più facile manipolare e dirigere un popolo di ignoranti e di persone con un lessico talmente limitato da non consentirgli di formulare pensieri controcorrente e dubbi e perplessità … Nel campo dello spettacolo forse il teatro è il settore che avrebbe più bisogno di aiuti e promozione.

Ci racconti qualcosa di questa tua esperienza lavorativa?

La prima volta su un set: rendermi conto dei tempi lunghissimi necessari per girare magari un solo minuto di riprese, tra preparazione del set, delle luci, posizionamento della macchina da presa, ritocchi al trucco degli attori, ecc. ecc. e poi, finalmente il “silenzio! Si gira!”. E poi conoscere di persona attori e attrici, più o meno famosi … e rendermi conto che quasi sempre il successo non migliora le persone, anzi …

Crisi è una parola che riempie il nostro orizzonte da sempre. Oggi si parla molto della crisi ambientale. Io ho avuto la fortuna di poter gustare il miele che produce un apicoltore del paesino di Asei. Sembra che la salute delle api sia particolarmente importante per la salute della nostra terra. Si parla molto di sostenibilità e tutela dell’ambiente, secondo te facciamo abbastanza per salvare il pianeta?

No, non credo l’umanità stia facendo abbastanza: la logica del “profitto innanzitutto” sta creando disastri inconcepibili; mi spaventa che decisioni di importanza mondiale vengano prese da una piccola élite di politici (a volte corrotti? Ignoranti? Semplicemente stupidi ed inadeguati??) e megamanager di enormi multinazionali.

E ora veniamo a Gastroiris. La tua golosità è acclarata e tu non fai nulla per celarla.

I tre dolci che ami di più?

Allora … scelta difficile! Forse tiramisù, bunet (dolce piemontese che ricorda un po’ la crème caramel) e le crostate … e poi i pasticcini della pasticceria Cametti di Gattinara!

Tu sei dedito solo all’assaggio o ti eserciti anche sui fornelli?

Cucino solo per me stesso, non per egoismo, ma anzi per affetto nei confronti di amici e parenti!

“che faccio: vado o non vado?”

Un momento conviviale di Arcoiris che ti è rimasto stampato nella memoria?

Uno, nessuno e centomila! Tutte le chiacchierate camminando, o durante le cene nelle uscite venerdì-sabato-domenica (a proposito, mi mancano molto, quando ricominciamo a farle??!).

Fra queste, forse quando abbiamo festeggiato i compleanni di Patrizia e Benedetto in quell’ostello in Toscana, in mezzo al nulla, coi cinghiali tutto intorno …

Passiamo ai consigli. Libri, film, serie tv, teatro, musica, scegli tu. Ci dai qualche consiglio?

Per essere uno che lavora nel cinema e nella fiction … sono un disastro! Al cinema vado molto raramente, e a casa non ho nemmeno un televisore!! Quindi consigli qui … nulla!

Invece amo molto leggere: poca saggistica (quasi solo architettura, mia grande passione) e molti romanzi, soprattutto thriller, tra i miei preferiti vari autori scandinavi, Fred Vargas, e soprattutto Lee Child, con il personaggio di Jack Reacher.

[l’intervista è a cura di Luciano B.]

2 Comments

    1. …quando le case di Asei saranno ristrutturate e potranno ospitare confortevolmente gli amici! 😃 Ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma prima o poi ce la farò e sarò ben lieto di mostrarvi tutti i miei “luoghi del cuore” 🤗

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