newsletter: Conversazioni iridate

Un Presidente come pochi


numero 18 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk – dicembre 2021


Continuiamo la nostra serie di conversazioni iridate con l’intervista a uno dei nostri soci fondatori, Gualtiero.

Elsa, Gualtiero e alcuni soci del Centro Anziani di Via dei Frassini

L’argomento scelto per parlare con lui è la sua esperienza nel Centro Anziani di Centocelle di via dei Frassini, nell’immediato passato gestito sei anni anche come Presidente; adesso è uno dei sette componenti il Comitato di Gestione.

La prima domanda riguarda i motivi dell’iscrizione al Centro? È stato l’impegno politico a stimolarti? O che altro? E perché proporti come Presidente?

Il centro di Centocelle era privo di un Centro Anziani: Pertini (via degli Aceri) e Manfredi (Forte Preneste) stanno agli antipodi; a quel tempo nel PD (o come si chiamava) mi occupavo di anziani e frequentavo il Pertini di via degli Aceri. Governando come PD il Municipio, ci mettemmo alla ricerca di uno spazio dove costruirne uno. La scelta cadde su uno spazio adiacente a un bocciofilo “semiclandestino” in piazza delle Conifere (via dei Frassini). Il nerbo dei primi iscritti fu costituito dagli uomini del bocciofilo, che avrebbero gradito continuare con bocce e carte (briscola, tressette, ramino e scala-quaranta), quindi senza donne. Noi (Municipio e Pd) pensavamo invece a un centro anziani “misto”, ma la pregiudiziale bocciofilo ebbe la sua importanza nella vita del Centro. Io mi resi conto che sarebbe stato importante stimolare amiche ed amici perché contribuissero alla buona partenza di questa nuova istituzione; ma i limiti dell’età (non prima dei sessant’anni, adesso scesi ai 55) e la persistenza di alcuni pregiudizi sui centri anziani, anticamera della “fine”, non permisero quanto io auspicavo. Mi proposi come Presidente perché mi sembrò una scelta quasi obbligata, anche per le ragioni fin qui esposte; comunque fui eletto con oltre l’80% dei suffragi.

Quale è stata la tua maggiore soddisfazione come Presidente? e come iscritto?

Con i miei collaboratori concordai iniziative già avviate negli altri centri, come la ginnastica e il ballo; ma anche visite al centro storico, incontri settimanali culturali (Leopardi, Belli, Trilussa, la Storia del Risorgimento, la Sociologia e la sua funzione) e serate ludico-culturali: alcuni Cori, fra cui quello dei ferrovieri con Nadia, animatori (intrattenitori, cantanti, comici), serata d’avvio della biblioteca del Centro (settecento libri catalogati con l’aiuto determinante di Luciano Baldini); poi però la biblioteca non ha funzionato né per gli iscritti, né per il quartiere come avevamo pubblicizzato. Vedo difficile individuare la differenza fra Gualtiero Presidente e Gualtiero iscritto.

Di contro, ci parli di una occasione di particolare delusione, o abbattimento?

Nella precedente risposta è già implicito qualche elemento di delusione. Aggiungo che a tutte le iniziative è stata molto più forte l’adesione e la partecipazione delle donne: quando la presenza degli uomini raggiungeva un terzo era già tanto.

Che cosa, delle numerose iniziative, pensi sia andata meglio? cosa invece era meglio non fare? Raccontaci un episodio commovente … e uno che ti ha fatto sorridere!

La cosa che mi è riuscita meglio sono le gite in giro per l’Italia vicina al Lazio: prima erano solo goderecce (si va a mangiare bene, ci si diverte; e in alcuni centri è ancora così); io, ancora adesso, mi studio il luogo, faccio la pre-visita, preparo una scheda per i partecipanti, sul posto presento Chiese e Palazzi (e i partecipanti sono contenti e raccontano la cosa in giro con orgoglio); poi si mangia anche (e si mangia quasi sempre bene: qualche buca è inevitabile). Del flop-biblioteca ho detto, ma non posso dire “è un’iniziativa che non rifarei”; forse dobbiamo trovare altri modi per invitare alla lettura. Mi commuovono i comportamenti di chi, tra vecchi, aiuta i messi-peggio, rendendo la loro permanenza al Centro meno impacciata. Un episodio che mi ha fatto sorridere? Uno tra noi (ma adesso non c’è più) veniva al centro con l’ombrello anche quando non c’era pericolo di pioggia: lo faceva perché aveva bisogno del bastone, ma se ne vergognava (lo abbiamo convinto a servirsene).

Fantasticando, se tornassi come Presidente, quale è la prima cosa che faresti? quale il tuo programma per i ‘100 giorni’?

Il dono della fantasia in questa faccenda non è il mio forte; però, per restare in argomento, sto cercando in giro qualche giovane sessantenne che voglia fare il presidente: certamente il suo programma dei 100 giorni sarebbe più ricco e aggiornato di quello che potrei immaginare oggi io.

Cosa manca, secondo te, al Centro Anziani di Centocelle? e ai Centri Anziani in generale?

Manca la cooperazione del Municipio: quando lo si chiama per interventi tecnici di manutenzione risponde in ritardo, quando risponde. Rispetto ai primi anni, ha smesso di fornire contributi economici ai Centri, che spesso sono impediti di prendere iniziative per mancanza di fondi.

Infine, riferendomi soprattutto alle iniziative culturali di cui sei stato promotore, sei contento della tua esperienza?

Sì, come ho già risposto a domande precedenti.

Si può dire che hai portato al Centro Anziani la tua esperienza di camminatore? e di professore?!

Di camminatore non credo. L’esperienza, invece, di chi passeggia fra paesaggi e monumenti con occhi attenti, penso di sì. Bisogna tener presente che al Centro un laureato è davvero un’eccezione e l’intervento di un professore spesso è richiesto proprio per le sue qualità professionali. Per questo vorrei che i Centri Anziani fossero frequentati da persone più scolarizzate (temo però che gli scolarizzati vedano i Centri con lenti pregiudiziali).

[l’intervista è stata raccolta da Giuseppe M.]

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