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La borraccia


numero 20 – Newsletter dell’Associazione Arcoiristrekk – aprile 2022


Sembra che la guerra sia nata con l’uomo e sembra che l’umanità non abbia imparato nulla dalle tragedie e dai lutti passati.

Non è certo un caso se tante invenzioni nascono in ambito militare. È incredibile ma gli uomini dedicano più impegno e risorse a scoperte destinate alle guerre piuttosto che al miglioramento della propria vita.

Un esempio per tutti: internet. Oggi non sapremmo vivere senza la rete, ma il web nasce nel 1969 per scopi militari. Allora si chiamava Arpanet e a promuoverlo era l’Agenzia del Dipartimento della Difesa statunitense.

Anche noi italiani non scherziamo. Negli anni 30 del secolo scorso un corrispondente di guerra del “Corriere della sera”, dal fronte etiopico, poteva scrivere: “Santa borraccia! Sia benedetto chi t’ha inventata”.

una borraccia Guglielminetti della prima guerra mondiale

In effetti la nostra cara borraccia, quella che è ritornata prepotentemente di moda con le campagne ambientaliste contro la plastica, è stata inventata da un piemontese, Pietro Guglieminetti. L’artigiano novarese (per inciso, bisnonno della poetessa Amalia Guglielminetti) aveva costruito la borraccia tutta in legno: otto doghe strette in cerchi di giunco. Quell’oggetto nel 1853 entrò a far parte dell’attrezzatura dell’Esercito del Regno di Sardegna. Nel 1855, alla guerra di Crimea parteciparono anche diecimila borracce Guglieminetti. Di lì a poco i militari inglesi, francesi e russi furono dotati dell’indispensabile borraccia.

Tuttavia la borraccia non è stata solo, per fortuna, uno strumento bellico. La nostra è il soggetto principale della foto più famosa delle gare ciclistiche di sempre. Siamo al Tour de France nel 1952 e Coppi e Bartali, mentre affrontano una durissima salita, si passano una borraccia d’acqua. I grandi antagonisti del ciclismo italiano che si aiutano l’un l’altro scambiandosi la loro riserva d’acqua. Un gesto di fratellanza assoluto, cosa c’è di più solidale che spartirsi l’acqua in caso di bisogno.

il passaggio della borraccia fra Coppi e Bartali

In effetti cosa c’è di più importante dell’acqua? Senza acqua non c’è vita, tutte le città più importanti sono nate su un corso d’acqua, lo stesso corpo umano è fatto in gran parte d’acqua. Avere una giusta riserva d’acqua durante un trekking è indispensabile. I ricordi più brutti di escursioni passate si associano quasi sempre a camminate dove si è sofferta la sete. Mentre le scarpinate, anche le più faticose, quando sono sfociate in un’abbondante bevuta di acqua, magari fresca, sono rammentate tra le più belle e soddisfacenti.

L’arsura, quella terribile, quella che ti stringe la gola e ti impasta le labbra, può essere che si possa domare con una bella birra gelata alla maniera di Tex Willer, tuttavia non c’è bevanda più buona e sana dell’acqua fresca.

borracce da trekking in alluminio

Dunque, quando preparate lo zaino, ricordatevi di portare la borraccia, riempitela bene e non fate come quello che ci mise il vino avanzato dalla cena della sera prima. Acqua e vino non sono la stessa cosa, semmai metteteli in due contenitori diversi.

Luciano B.

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